Il quinto nonno

Avete presente i diari della nascita? Quelli che i genitori dovrebbero compilare indicando tutti i dati anagrafici, fisiologici, scrivendo pensieri e aggiornando l'albero genealogico.
Ecco, in quest'albero Ginevra ha un nonno in più.

E' il quinto nonno, quello che non c'è più. E' quinto solo perchè non è più con noi, purtroppo non lo è mai stato. Se n'è andato quando il papà di Ginevra nemmeno conosceva la futura moglie e mamma. Ma questo blog è per Ginevra e vorrei farglielo conoscere con poche righe.

Il quinto nonno mi faceva ridere un sacco. Quando ero in colonia, durante il giorno dei genitori, ero stato tutto il pomeriggio con lui, io e lui soli, fregandocene dei giochi e del programma ufficiale. Io e lui a giocare su un prato con le lumache.

Il quinto nonno mi ha insegnato a pescare, e si è arrabbiato un sacco quella volta che sono finito dentro l'acqua spostandomi per lanciare l'amo.

Il quinto nonno amava i cani e i gatti, e anche se io avevo avuto un'allergia da piccolo, un giorno ha ripreso un cane, al canile, contro il volere di tutti, ma non è successo nulla di grave. Alla faccia di chi aveva protestato, quell'ultimo cane, Alex, ha potuto fare compagnia alla bisonna fin quasi al suo ultimo respiro.

Il quinto nonno si era costruito da solo un piccolo orto in giardino.

Il quinto nonno una volta ha pianto perchè gli avevo tenuto il muso.

Il quinto nonno mi ha portato allo stadio per la prima volta quando avevo 9 anni, contro il volere di tutta la famiglia. Pioveva e c'era lo stadio in costruzione, ma è uno dei ricordi più vividi della mia vita.

Il quinto nonno mi portava a giocare coi daini. Una volta al parco un temporale ci ha colto di sorpresa e siamo corsi giù come pazzi, io risi fino a quasi star male. Non mi aveva sfiorato la mente il pericolo dei fulmini, lui invece mi confidò che aveva avuto paura ed era preoccupato.

Il quinto nonno mi diceva che appena nato ero bruttissimo, un mostriciattolo. Mi faceva ridere la smorfia spiritosa che faceva.

Il quinto nonno sapeva cucinare benissimo. Mi ricordo un piatto, una carne in un sugo particolare, saporitissimo, ne avrei mangiato ogni giorno un pò.

Il quinto nonno sul bus che mi riaccompagnava a casa ogni due weekend aveva la faccia triste. Un giorno mi inventai un gioco stupido: io conto le macchine rosse, tu conti le macchine bianche. Vediamo chi ne conta di più. Non fece una piega e giocò per tutto il viaggio. Non mi ricordo chi vinse...

Il quinto nonno non era solo così. Aveva anche dei difetti ma non me li ricordo. Il quinto nonno mi diceva sempre di desbelinarmi :-) ...e credo che guardandoti mi direbbe che ce l'ho fatta, che sono uscito da un piccolo mondo di insicurezze e sono diventato un uomo, un padre, un marito.

Papà Marco, anzi nonno Marco, ti presento Ginevra. E' stupenda. Nessuno saprà dire se ha un pò di te, ma io nel cuore sono sicuro di sì. La Scorza dura, quella sì..c'è nel cognome da onorare.

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