Il mondo ai tempi di Ginevra



Ginevra oggi è tutto, o quasi. Noi le ruotiamo intorno e tutti quelli che ci conoscono entrano nel suo mondo in punta di piedi, con le voci e i movimenti che si addicono a rapportarsi con una persona di un mese e mezzo (e spiccioli) di vita.

Ginevra tende la mano verso un pupazzo, durante la sessione di gioco serale.
Lo indica, lo vuole prendere, lo vuole accarezzare? Chissà. Quello che sappiamo è che ha delle reali intenzioni, delle volontà, delle emozioni. Le fa esplodere muovendo e scoprendo il suo corpo (ah, e questo cos'è? un naso?), ridendo (tanto), piangendo (un pò meno), appiccicando il suo sguardo alle cose e agli occhi degli altri, vocalizzando, facendo suonare quella che sarà la sua voce, modulandola in base al momento e alle esigenze.

E chissà che sogni che fa quando dorme, chissà se comincia a pensare qualcosa su di noi, su ciò che sta oltre la pancia della mamma, oltre il suo naso. Chissà se ci riconosce. Sì, io credo di sì. Noi facciamo il possibile per non farla solo mangiare e dormire, facciamo il possibile per farla vivere, per farci sentire. Per farla sentire parte di noi, parte della casa, parte della famiglia. Ridiamo con lei, ridiamo come lei, e a volte piangiamo.

Abbiamo riso e pianto nella nostra vita ma è diverso, innegabilmente diverso.
Non ridevamo come ora, non piangevamo come ora. E' inspiegabile, ma è vero: un sorriso di oggi mi appare più largo, denso, vivo; e una lacrima ha un sapore più forte, più genuino.

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