Troppo splendido


Vedere Ginevra che imbocca la sorella. Anche  in bianco e nero, come se fossimo tra cinquant'anni a rivedere istantanee sbiadite, che si ricolorano grazie alla memoria. Il cucchiaino arancione, le mollette dei capelli rosa, il seggiolone giallo.

Lanciare lo sguardo un po' più in avanti nel tempo, e immaginare un momento qualunque del futuro. Che sia il primo giorno di scuola o ascoltare un po' di musica insieme. Oppure il primo aereo per un lungo viaggio. O forse un rimprovero.

Girare lo sguardo un po' più indietro e ricordare il film della loro crescita, del loro essere nate, piccole, piccolissime, indifese e immobili.

Tornare al presente, quell'attimo durante la colazione (7:09 a.m.) in cui pensi "ho finito il caffèlatte e la Dada non si è ancora svegliata!".

Gnèèè.

E con tre balzi sei in cameretta nel buio completo, prelevi la piccola dal lettino, con altri tre balzi "in rewind" sei fuori, chiudi la porta. Nessun altro risveglio. Ginevra dorme ancora, missione compiuta! Ti viene da ridere, come sempre, perché Adelaide che piano piano entra nella modalità "sono sveglia, e ora sono tutti cacchi vostri" è proprio buffa. Quell'attimo in cui si ricorda che deve fare colazione, e tende le braccia verso il frigo e poi verso il microonde. Avete presente Scrat con la ghianda? :-)

E' splendido. 
A volte penso che sia anche "troppo", quasi un volume esagerato di vita che ti passa sopra, sotto, a destra, sinistra.
Troppo, splendido.

Anche se ci sono periodi in cui questo volume di vita non lo vuoi proprio prendere in pieno viso, non tutto almeno, e un pezzettino lo vuoi schivare. Scendere alla fermata successiva. Magari non vedi l'ora di passare una serata e una notte senza di loro, una serata di coppia, e allora incastri gli orari dei nonni per sapere quando potrebbe essere "la volta buona".

E pensi, sono passati due mesi dall'ultima "euforica concessione", e dici a te stesso che possiamo anche farcelo, questo regalo di pre-Natale!

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