Stop Post 4: Basta ciucci di giorno!

C'era una volta il ciuccio. Anzi, i ciucci. Anzi, i ciucci ci sono ancora, ma restano in un sacchetto finché non si va a nanna. E' la regola. E se per Ginevra il de-ciucciamento era stato volontario (da parte nostra) ovvero deciso, spiegato e capito (quasi subito, con pochissime crisi d'astinenza), per Adelaide è stata una questione di opportunità. Una fortunata dimenticanza.

Eravamo in campeggio, siamo partiti dal camper per una gita che sarebbe durata un giorno intero, e sulla corriera abbiamo scoperto il misfatto.

Il suo ciuccio, sussurra la mamma indicando Adelaide.
Introvabile in borsa, di sicuro è rimasto in campeggio.
Ma il suo sguardo terrorizzato mi ispira una luce negli occhi.
Facciamo finta di niente e vediamo come va.
Passano 5 minuti e... sciuuscio, sciuuscio. Una vocina candida reclama l'oggetto di caucciù, che tanti pianti aveva rintuzzato nel corso della sua piccola vita.
Ma ecco un'altra luce salvifica mi illumina la testolina.
La Dada è una che non si scompone, proviamo l'atteggiamento più distaccato possibile: eh, vedi, stai diventando grande, come tua sorella, il ciuccio non ce l'abbiamo, stai senza. Quando torniamo in camper dopo cena, per andare a dormire, te lo diamo, tranquilla.
Lo so che sembra strano, ma noi ad Adelaide parliamo proprio così.
Normali.
Senza tanti gne gne cu cù qua qua coccodè.
E lei, - per l'inconfessato stupore di molti adulti abituati a parlare ai bimbi come se fossero stupidi - capisce benissimo. A quelle parole mi guarda e non fa una piega, solo un mesto: ah.

Da quel momento in poi (sono passati più di 10 giorni) sempre più di rado, ha continuato sporadicamente a chiedere il ciuccio, fino a dimenticarsene. Quando lo nominiamo, le si accende la lampadina e lo chiede, ma è questione di un attimo. Le ricordiamo che il ciuccio non si usa più di giorno e serve solo quando si va a nanna.
Punto.
Esattamente la stessa storia raccontata a Ginevra.

E così, al risveglio mattutino, i 10 ciucci di casa (sei di Ginevra, quattro di Adelaide) tornano nel sacchetto. Letteralmente, ce li sputano dentro. Fa un po' schifo a dirlo, ma la scenetta, pur trash, è abbastanza divertente.
Lì, nel sacchetto, rimangono tutto il giorno,  insieme al maestro Ray (una razza di plastica somigliante al personaggio di Nemo, e nominato a furor di papà Custode Dei Ciucci), svegliandosi quando a dormire vanno le bimbe.
Finché non arriverà il momento del de-ciucciamento notturno... ma, come già detto, non abbiamo nessuna fretta.






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