Noi, papà a 8 bit...

Una scatola grigia, una pistola arancione e delle anatre che volano da un angolo all'altro della tv, starnazzando beate, ignare del pericolo.

Non saranno contenti gli animalisti, ma questa è la scenografia che mi si presenta alla memoria quando penso al mio primo videogioco: Duck Hunt.

Siamo negli anni 80, e interagire con la televisione ha il sapore della fantascienza. Le "game station" di allora ci trasportavano nella dimensione di Star Trek e di Star Wars, per rimanere in tema con i miti di quella decade. I nostri padri tornavano a casa con la Nintendo 8bit (dominatrice incontrastata del mercato di quei tempi) in un pacco regalo, varcando l'ingresso come degli Eroi: noi piccoli ora ultra trentenni, sposati e con figli, aprivamo le porte della rivoluzione videoludica stupefatti e felicissimi.

Felicissimi di colpire anatre (per gioco), stupefatti nell'accompagnare il primo Mario (un tondino rosso con i baffi con le molle nei piedi, che poteva diventare gigante e tirare palle di fuoco) tra funghi, tubi e monete fino alla sfida finale con il drago, per liberare la Principessa. Interagire, diventare il personaggio del gioco, era un concetto già vivo trent'anni fa.

Oggi, sempre grazie a Nintendo, che letteralmente ha bussato alla mia porta, ho avuto modo di scoprire che quel desiderio di interagire, di impersonificare, non è tramontato. Anzi. Siamo arrivati a poterli tenere in mano, i personaggi dei giochi. Statuette interattive che si collegano al pad della Wii U e consentono di creare una storia interludica del protagonista, che va oltre il tasto on/off della console.



Mentre scrivo, i due Amiibo arrivati oggi a casa mi guardano.
Sono già pronti ad una nuova sfida.

Le bimbe, dal basso dei loro piccoli anni, a prima vista li hanno scambiati per normali "pupazzi". Adelaide era un po' dubbiosa, quando le ho spiegato che il suo Amiibo (Link , personaggio di Zelda) sarebbe entrato nella Wii. Come facciamo a farcelo entrare? mi ha chiesto.. e così, dopo aver collegato i cavi, abbiamo fatto partire Mario Kart 8, appoggiato l'Amiibo sul pad, scelto la tuta da gara tra quelle disponibili e...pronti, ai posti via!

L'altro Amiibo di casa è proprio Zelda, un'eroina dei giochi che negli anni d'oro ha sempre un po' pagato lo straordinario monopolio di Mario (la cui icona è di fatto un marchio unico con Nintendo), ma che ha immediatamente affascinato Ginevra...(tra principesse ci si intende...); Zelda attualmente non è compatibile con Super Mario Kart ma avremo modo di farlo vivere in altri giochi di Wii.


Eh già, perché questa Wii U, arrivata un po' a sorpresa, non è solo l'avventura di una sera: mia moglie aveva sempre desiderato la Wii (anni fa quando optai per la PlayStation 3, sperava che anche con la rivale di Sony si potesse giocare a Super Mario), e si è messa a ridere quando le ho detto che quella che abbiamo non è la classica Wii ma la Wii U (non sapeva che esistesse)... ovvero la next generation di Nintendo.

E ora che le bimbe sono a nanna...a proposito...ho promesso loro che domani avremmo fatto un'altra gara...urgono i volanti, perchè guidare i kart con una barretta e una tavoletta per loro non è proprio intuitivo :-)

Io però non resisto, non voglio aspettare domani: Zelda e Link sono pronti per nuove avventure...vado a giocare! Perché è inutile nasconderlo: anche se gli 8 bit sono lontani secoli, quei bambini che ci giocavano, felicissimi e stupefatti, sono ancora dentro di noi!

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