Lacrime di dinosauro

Ultimamente siamo stati su Marte, a Panem e in un mondo dove i dinosauri non si sono estinti. 

Abbiamo visto Mark Watney fare ironman nell'orbita del rosso pianeta, lottato con Katniss nella rivolta contro il Presidente Snow e Capitol, accompagnato Arlo nel suo viaggio di ritorno verso casa.

Tre volte al cinema in due mesi, come ai vecchi tempi, anzi ai tempi giovani. Il cinema era la prima o seconda scelta nelle serate libere (tutte) dei weekend invernali, lo era quando eravamo solo due in famiglia, lo era perché il cinema è una magia, con quello schermo enorme, il buio all'improvviso, i trailer di altri film e le sigle iniziali, i suoni che ti avvolgono e quel momento in cui tutto finisce e tutto comincia.

E' l'atmosfera a fare il prodotto, un prodotto che ieri per la prima volta abbiamo condiviso con loro, le due piccole esploratrici di novità. Mai state al cinema, entrano per la prima volta in una sala e non fanno troppi commenti, hanno il pacchettino di pop-corn in mano, Adelaide vede lo schermo gigante e dice "non ci possono neanche credere che è quello lo schermo".



Ci sediamo, e dopo una sequela interminabile di pubblicità e un disney pre-show orribile, lo spettacolo comincia. Per la loro prima volta abbiamo scelto Il Viaggio di Arlo , che ha un incipit classico: la felicità iniziale di una famiglia rotta da un contrasto e da una grave perdita (al solito, viene sacrificato il padre, e la Disney un giorno dovrà spiegarmi perché sono sempre i padri che ci lasciano la ghirba, ad eccezione di Marlin, papà di Nemo, che sconta la sopravvivenza con una serie di peripezie che nemmeno Ulisse).

La sensibilità di due piccole anime è messa subito a dura prova e si schianta un'ora dopo, quando Arlo, parlando con Spot, ricorda tristemente la sua famiglia perduta. I due si accoccolano insieme, malinconici, Adelaide esplode in un pianto disperato e urla "a me non mi piace il cinema!!!", facendo sorridere tutta la sala.



Giusto il tempo di asciugare qualche lacrima che Arlo e Spot rischiano di essere sbranati da un gruppo di pterodattili. Si salvano grazie a tre simpaticissimi T-Rex, che aiutano la strana coppia a ritrovare la strada di casa e confezionano una lezione di "coraggio e paura" intorno ad un falò, mostrando ad Arlo tutte le loro cicatrici. Butch, il T-Rex padre, firma sinteticamente il tutto rispondendo ad una domanda dell'ingenuo Arlo: "se non hai paura, non sei vivo!"
Il piccolo brontosauro, in un film che adesso diventa un'altalena, comprende che la paura fa parte della vita e non può essere cancellata, ma solo domata. Diventerà quindi un ottimo mandriano di bestiame e soprattutto salverà la vita a Spot, recuperandolo dallo stesso travolgente fiume che fu fatale per il padre.

Il viaggio si conclude con una separazione e un ricongiungimento: Spot trova un gruppo di ominidi che lo accolgono come terzo figlio e saluta a malincuore il suo amico dinosauro, che di lì a poco ritroverà, tutti vivi fortunatamente, mamma, fratello e sorella alla fattoria, sotto il monte zanna di lupo.

Il commiato tra i due amici non lascia però indifferenti le nostre bimbe: questa volta piangono entrambe, e mi tocca quindi trasformarmi in uno sceneggiatore raccontando che Arlo e Spot, visto che abitano entrambi vicini al monte zanna di lupo, potranno continuare a frequentarsi e a giocare insieme. 

Una scena finale, magari infilata nei titoli di coda, che non sarebbe costata molto, cari i miei scienziati Disney Pixar...



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