Siamo partiti, e dove siamo andati?


Sono passati cinque anni da questa foto, che minuto dopo minuto sgrana e qualche dettaglio si disperde; cinque anni da quella notte in cui mi chiedevo dove saremmo andati, cosa sarebbe successo da quell'ora verso i giorni a venire. Dopo quella tutina bianca e rossa con le mucche, di vestiti e di giorni addosso ne hai messi parecchi, di domani diventati ieri ne abbiamo vissuti, in molti di essi sei stata la figlia perfetta, in alcuni non ci siamo capiti, in altri abbiamo dato il peggio di noi...

Ho sempre atteso le scadenze della crescita con viva trepidazione, per guardarti e parlarti da un'altezza simile, con vestiti da piccola adulta, senza pannolini, passeggini, biberon, ciucci.

Ora sei diventata quella che mi aspettavo. Diligente con le maestre, un po' maestrina e un po' mamma con tua sorella, dirompente e stizzosa quando il mondo non gira come vorresti, desiderosa di imparare, imparare, imparare, guizzante nell'apprendere, precisa nel ricordo, meticolosa, la mia campionessa di basket.

Sto cercando di insegnarti quello che so, di trasmetterti ciò che credo sia il Bene, a volte zoppico, non vado dritto, ma nel frattempo tu, senza averne cognizione mi aggiusti, mi correggi, mi stabilizzi, ed è così che mi ami. Non sei una bimba che esplode in abbracci e  non hai la piena spontaneità nel comunicare affetto, sei come me. Vuoi che agli altri basti quello che dai, non dai di più se non sei tu a volerlo, e comunichi nel modo che preferisci, anche se a volte da fuori non sembra abbastanza.

Ora, dopo il weekend mostruoso (ne scriverò, ma non ora...), nell'estate infinita di quest'anno, cerchiamo di districarci tra un virus e l'altro per passare qualche bella giornata di festa in compagnia, per scattare qualche buon ricordo da ricordare in futuro...grideremo forte "Buon compleanno Ginevra!", tu risponderai col tuo sorriso diagonale, voltando un poco la testa, da falsa timida...e comincerai a vivere il tuo sesto anno: da qui in poi dicono che la memoria si fissi davvero da qualche parte nel cervello, e che ciò che accade d'ora in poi sia formativo, fondamenta di ciò che sarai quando io non avrò più il pancione e forse un blog lo avrai tu, tutto tuo, personale.

Il regalo che posso farti, oggi, oggi su questo mio blog, è promettere che io non dimenticherò quello che sei stata in questi cinque anni, e non dimenticando ti racconterò, ti leggerò, ti rivivrò. Perché ho desiderato vederti oggi, ho contato i giorni, ma quei giorni che ho contato sono quelli che ti hanno fatto arrivare fin qui, sono quelli in cui sono stato padre per la prima volta, e quindi padre per sempre.

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