I diritti dei bambini


E' qualche tempo, mangiato al tempo libero e ad altre riflessioni, che cerco di mettere insieme i mattoncini di questo post. Partiamo da una frase che è molto piaciuta ad un mio caro amico:
I bambini hanno il diritto di annoiarsi
Il senso è ricordarsi che noi genitori, o educatori in genere - potrei estendere il raggio di pertinenza a tutte le persone che hanno a che fare con i bambini e con il loro sviluppo - non dobbiamo sentirci costretti a riempire ogni attimo delle vite dei nostri figli. Se prepariamo loro la strada, se la tracciamo netta, se abbattiamo tutti gli ostacoli che possono presentarsi sul loro cammino - noia compresa - con l'intento genuino di farli crescere belli sani e felici, rischiamo di ottenere il risultato opposto.

A me entusiasma vedere le mie figlie che inventano giochi, che pensano e sviluppano da sole modi e metodi per passare il tempo, per capire, per sbagliare, per trovare senza supporti la strada verso la pace dopo una litigata.

Se hanno bisogno, chiedono. Se vediamo che stanno provando a fare qualcosa da sole senza riuscirci, cerchiamo di non intervenire subito. Possiamo suggerire, indicare loro un'alternativa, ma cerchiamo sempre di aspettare che imparino da sole. O che sbaglino, da sole. E' un metodo educativo che ovviamente ha dei limiti da non valicare (sbucciarsi un frutto da sole con il coltello non è contemplato, per esempio), ma che se costante e ben applicato può dare enormi soddisfazioni (a loro, soprattutto).

La noia, secondo me, non va eliminata. Va affrontata, va capita. Va anche lasciata scorrere, talvolta.

Un discorso simile mi sento di farlo per tutte quelle "formule premio" con le quali si cerca di ottenere un buon comportamento dai figli e alunni. Per esempio, cito a caso:
Se fate i bravi vi do una caramella
Ora, a tutti, noi compresi, è capitato di promettere qualcosa ai figli in cambio di un buon comportamento. Una, due, tre volte, nel contesto di occasioni speciali o limitate a situazioni estemporanee. Se il premio diventa una costante, rischiamo di equiparare i nostri figli (o alunni) a cagnolini che scodinzolano dopo essersi seduti, in attesa della ricompensa. Manca solo la coda e un po' di bavetta.

Provando a sintetizzare, a mio avviso i bambini hanno due diritti fondamentali, che devono essere difesi e tutelati:

  1. il diritto ad annoiarsi, ovvero a non essere continuamente e forzatamente stimolati da terze persone
  2. il diritto ad imparare a comportarsi bene senza aspettarsi nulla in cambio

Opinioni personali, eh, ci mancherebbe...ma mi piacerebbe parlarne e confrontarmi, soprattutto con chi non è d'accordo (altrimenti è troppo facile :-D )

Commenti

  1. Ciao Massimiliano, bel tema!
    Quanto al primo caso -il senso del diritto ad annoiarsi- da me il problema non si pone perché per diversi motivi, quando siamo in compresenza, le figliole ed io "abbiamo poco a che spartire", nel senso che devono fare con quel che hanno sotto mano per via del disordine in casa e stanno facendo i conti con la difficoltà di trovare nel mucchio ciò che serve. Ma questo è un altro discorso.
    Circa il comportarsi bene senza attendersi un riconoscimento per questo... fin'ora sto notando solo quanto sono "impostata" diversamente io, rispetto a loro... In generale -ripensando a come sono cresciuta- noto che non potevo chiedere le cose (e partivo già con la convinzione che se avessi chiesto la risposta più probabile sarebbe stata un no) e, di conseguenza, ciò che ricevevo era sempre un motivo di festa. Credo che da questo atteggiamento -che supponeva una sorta di onniscienza di genitori e adulti in genere circa ciò di cui io avessi avuto bisogno-
    sia derivato lo speculare: ciò che mi viene detto/chiesto di fare è sicuramente dovuto...
    L'unico passaggio ulteriore che mi sembra mi abbia segnato nell'adolescenza è stato: ciò che devo fare/dare agli altri è motivato dal fatto che solo io sono in grado di farlo/darlo in quel momento (quindi una sorta di senso di responsabilità e motivazione a contribuire secondo le mie capacità/possibilità)
    Credo che da qui sia venuta la mia predilezione per quel passaggio della Costituzione italiana che dice:
    Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. (art. 4, c.2)
    Le mie bimbe, di 9 e 11 anni ora, spero di saperle educare in questa prospettiva.
    Molto bello che tu sia partito dal definire dei diritti, mentre io... ho l'occhio sui doveri. Importante, credo, sia tener fermo che sono un po' i 2 lati della stessa medaglia
    Grazie
    Shalan

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    Risposte
    1. Ciao Shalan,

      grazie per il tuo messaggio.
      Quell'articolo della Costituzione è pura poesia.

      sul passaggio verso l'adolescenza non mi esprimo, penso che in quella fase di debba stare molto vigili e attenti alle possibile derive della noia...anche se da genitori riusciamo a lavorare bene nei primi anni, non sappiamo cosa la vita riserva in futuro in termini di prospettive, conoscenza, alternative...la vigilanza è un tema decisivo nel rapporto genitore-figlio, pur nei limiti della libertà e nel rispetto dell'individuo.

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