La gara di croste

L'estate è la stagione della pelle nuda, e inevitabilmente dei cerotti, del cotone imbevuto di acqua ossigenata, di bimbi macrassati (Ginevra ha detto così) da graffi, sbucciature, zanzare, di bimbi che collezionano croste.

Così abbiamo detto un giorno, per scherzare, vediamo chi vince la gara di croste quest'anno, una delle tante frasi giocose che si dicono ai figli per tramutare un momento triste in una prospettiva divertente, divertente nel senso primo della parola, ovvero qualcosa che distrae (dal dolore, e dal sangue) e sposta l'attenzione su qualcosa di positivo. E così ad ogni caduta ci ritroviamo a contare con orgoglio le crosticine che aumentano, le piastrine delle nostre bimbe fanno gli straordinari, come ieri, quelle di Adelaide, impegnate a mettere una pezza in tre posti diversi, dopo una scivolata dal monopattino con conseguente sfracellamento su asfalto.

Dopo il pianto e le medicazioni, Adelaide ha sfoggiato i tre cerottoni con simpatia, pregustando la vittoria: mi sa che la vinco io la gara di croste!

E' questo il senso di essere genitori?
Tanti re mida che vanno in giro cercando di trasformare la vita dei figli in oro...

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