Buona fine, migliore inizio?



Mi collego per scrivere due righe sulle ultime settimane, e per augurare come ho fatto in questi giorni buona fine e migliore inizio a tutti.

Nel tempo di collegarmi apprendo quanto accaduto a Istanbul, un po' in ritardo sul fuso mediatico perché questa mattina ci siamo svegliati molto tardi, diciamo a mezzogiorno.

La vecchia Costantinopoli è una di quelle città dove una famiglia come la nostra, in futuro, potrebbe decidere di trascorrere una vacanza. Nei giorni scorsi, pensando proprio a prossimi giretti da fare, per un secondo avevo valutato nella mia testa la Turchia, scartata subito perché mi sono venuti in mente gli episodi che l'hanno insanguinata nel recente passato. Ora ne leggo un altro. E non sono più fatti che riecheggiano lontani, non ci è più consentito fare spallucce e guardare avanti.

Qualche giorno fa ero al cinema con le bimbe. Prima che cominciasse la proiezione, ho guardato le uscite di sicurezza, cosa che faccio sempre, ma poi il mio cervello ha aggiunto "se un terrorista entra di là, prendi una bimba sulla schiena e una in braccio e corri verso l'uscita di sicurezza opposta. Dovresti farcela se fai in fretta".

Io non so quali e quante regie vi siano dietro al sangue che scorre nel mondo. Posso dire che l'11/9 per noi occidentali ha cambiato la storia, ci ha indelicatamente sbattuto in faccia che le stragi non appartengono solo alla parte sfortunata del mondo. E dopo tanti anni, questa rete del terrore è riuscita a far breccia anche nei nostri cervelli. Selezioniamo le mete turistiche in base alla probabilità statistica di un attentato, ci figuriamo che da un momento all'altro al cinema possa entrare qualcuno armato e spararci addosso.

E' tremendo. E pur soffrendo di recentismo, quello che scrivo affonda nel trapassato della storia dell'uomo: i libri ci raccontano che l'umanità non ha mai vissuto lunghi periodi in cui fosse la pace a regnare sovrana e incontrastata. Che sia intestina, civile o mondiale, la guerra, insieme alla violenza congenita, e ai tentativi di prevaricazione - di potenti verso sudditi, di Nazioni verso altre Nazioni, di popoli su altri popoli, scandiscono la Storia e ne stilano il calendario.

Ci siamo ormai abituati, conformati a questo stato di cose. Tutti i nostri nonni la guerra l'hanno avuta in casa, e quando i Capi della Terra ci ricordano che quello in cui viviamo è il più lungo periodo di pace mondiale, mentono. Le guerre civili, le battaglie per centimetri di territorio, gli attentati, le guerriglie urbane, rappresentano la Terza Guerra Mondiale Quotidiana.

Ci siamo dentro, ogni giorno, e certamente io avrei voluto scrivere altre cose, oggi, raccontare come stanno andando queste feste, aggiungere un altro capitolo alla storia della nostra famiglia.

Ma non me la sono proprio sentita.

In ogni caso buona fine, qualunque cosa sia finita, e migliore inizio, qualunque cosa sia cominciata.

Commenti

  1. Aggiungo anche, continuiamo a guardare i nostri bimbi mettendo la paura in un cassetto, perché anche loro imparino a vivere "nonostante" la paura e coltivando quella speranza che rende forti e che ci ha fatto diventare genitori...
    genitori senza se e senza ma, capaci di stare accanto, di esserci con la testa e con il cuore. Sempre

    Auguri
    Shalan

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  2. Ciao Shalan,

    piccola parentesi: che bello ogni tanto trovare un commento ad un post serio. Ormai sembra solo che sui social e sui blog si guardino solo tette e gattini, ogni tanto riuscire a stimolare l'interesse con un argomento difficile da trattare fa piacere...

    Io non so quanto sia giusto, entro una certa età, mettere da parte la paura e certi temi, certe realtà. Me lo chiedo spesso...

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